25 Ott GLI EROI SILENZIOSI: avv. Antonio Galletti, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma
Interviste del Direttore Responsabile della rivista AS FINANZA avv. Giuseppe Lepore a coloro che hanno consentito al nostro Paese di sostenersi nel periodo di lockdown.
Avv. Antonio Galletti, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma
Presidente, secondo Lei i provvedimenti adottati dal Governo in materia di Giustizia sono stati sufficienti a garantire la tutela dei diritti?
In qualche modo siamo riusciti ad evitare le criticità sanitarie connesse alla diffusione del virus però i provvedimenti normativi e regolamentari sono stati diversi e spesso contraddittori. Penso alle diverse previsioni contenute nei vari decreti-legge (DL 11/2020, 18/2020, 23/2020) ed alle modifiche introdotte in sede di conversione e penso, soprattutto, agli annunci nelle conferenze stampa poi seguiti dalla pubblicazione di testi normativi a distanza di ore o di giorni: nel frattempo si è creato il caos tra gli operatori del diritto e si è assistito alla improvvida diffusione via social e via chat di bozze e anticipazioni con contenuti difformi rispetto ai testi poi pubblicati. Tutto questo non ha contribuito certo a fare chiarezza, sarebbe stato meglio pubblicare i provvedimenti e poi spiegarli in conferenza stampa e non il contrario con evidente inversione del modus procedendi corretto.
Quali provvedimenti avete o state adottando, a tutela degli Avvocati?
L’Ordine ha proseguito ad assicurare tutti i servizi agli iscritti (gratuito patrocinio, difese d’ufficio, iscrizioni, giuramenti, cancellazioni, opinamenti e tanto altri) anche durante l’emergenza, articolando il lavoro dei dipendenti in modo da non creare pregiudizi all’utenza. Abbiamo reso tutte le istanze proponibili in via telematica e ogni servizio accessibile on line. Credo che molte delle innovazioni e semplificazioni saranno utili anche in futuro. C’è stata poi una interlocuzione costante con i vertici degli uffici giudiziari e con l’avvocatura istituzionale ed associata. Abbiamo sostenuto le varie iniziative assunte dal nostro organismo di rappresentanza politica (l’organismo congressuale forense-OCF) e formulato varie richieste al Governo ed alla Cassa forense, proponendo interventi concreti e possibili, senza alimentare false speranze negli iscritti sulla base di richieste impraticabili e fantasiose.
Siete riusciti ad incidere significativamente nelle decisioni adottate dai vertici degli Uffici Giudiziari?
Sin dal primo decreto-legge di marzo è stato previsto che fossero sentiti gli Ordini e l’autorità sanitaria e così è avvenuto. In alcuni casi abbiamo condiviso le soluzioni organizzative proposte dai capi degli uffici giudiziari ed abbiamo sottoscritto dei protocolli; in tanti altri casi sono state emanate delle linee guida, perché non siamo arrivati a soluzioni condivise. Certamente, i cambiamenti normativi “in corsa” e gli ampi margini interpretativi non hanno semplificato il lavoro neppure ai capi degli uffici giudiziari e, soprattutto, rischiano di condurci a prassi giudiziarie difformi sul territorio nazionale, con una giustizia amministrata, per così dire, “a macchia di leopardo” con tutte le intuibili difficoltà per noi avvocati che normalmente svolgiamo la professione anche in Fori diversi da quello di appartenenza.
Secondo la Sua opinione, quando si riuscirà a tornare ad un regime ordinario della Giustizia?
Già dal 12 maggio è previsto che si riparta gradualmente e credo che il periodo che ci porterà all’estate sarà in periodo di necessario rodaggio anche in considerazione dell’attesa dei dati epidemiologici che speriamo non conducano all’assunzione di nuovi provvedimenti; se tutto andrà per il meglio, come auspichiamo, la normalità dovrebbe riprendere dopo l’estate, anche se è facile immaginare che sarà necessario anche allora utilizzare gli accorgimenti sanitari necessari fino alla scoperta del vaccino e perciò dovremo abituarci a frequentare gli uffici giudiziari con i presidi sanitari oramai divenuti abituali (mascherine e guanti) e rispettando il c.d. distanziamento.
Secondo Lei alcuni provvedimenti per la gestione telematica del processo potranno essere utilizzati anche in futuro?
La mia indicazione – che è poi coincidente con la linea politica che stiamo sostenendo con il Consiglio – è quella di riportare gli avvocati in udienza, dove la presenza è indispensabile per garantire il giusto processo e svolgere invece da remoto tutte le altre attività delle cancellerie, evitando inutili accessi e perdite di tempo. Stiamo investendo anche noi su questo e l’emergenza sanitaria è stata un formidabile acceleratore: gli avvocati guardano al futuro rivendicando però il ruolo di custodi dei diritti e delle libertà di tutti.
Di Avv. Giuseppe Lepore,
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